Tutto quello che occorre sapere sul conto deposito

Nell’epoca dei bassi tassi di interesse, trovare un conto corrente remunerativo in cui far confluire i propri risparmi senza correre eccessivi rischi non è facile. Una possibile soluzione in tal senso può essere rappresentata dal conto deposito, ovvero quello strumento d’investimento che va ad appoggiarsi a un conto corrente tradizionale e grazie al quale è possibile ritagliarsi rendimenti più alti di quelli prospettati solitamente dai primi. Andiamo dunque a vedere nel dettaglio di cosa si tratta.

Conto deposito, cosa bisogna sapere

Come è ormai noto, le politiche messe in campo dalla Banca Centrale Europea, su input del suo governatore Mario Draghi, in particolare il Quantitative Easing, hanno avuto un forte impatto sui rendimenti bancari. La grande massa di liquidità immessa sul mercato interbancario ha infatti portato i tassi di interesse a livelli che non erano mai stati così bassi. La nuova situazione ha avuto una serie di conseguenze, tra le quali la prima è stata quella di costringere i risparmiatori a trovare alternative ai conti correnti tradizionali, esigenza dovuta al crollo dei loro rendimenti.
Tra questi strumenti alternativi, nel corso degli ultimi anni, si è affermato il conto deposito, ovvero quel tipo di conto che offre rendimenti più elevati rispetto ad un conto corrente tradizionale, in cambio dei quali il cliente dovrà adeguarsi ad una serie di restrizioni. La prima è la ridotta operatività del conto, il quale si limiterà in pratica a due sole opzioni, ovvero i prelievi e i versamenti.
Il conto deposito ha però una condizione ben precisa, ovvero il vincolo delle somme che vengono depositate, che può essere rimosso soltanto accettando di pagare il dazio previsto all’interno del contratto sottoscritto, il quale solitamente prevede tale possibilità previa rinuncia degli interessi maturati nel frattempo.

Conviene investire soldi su un conto deposito?

Dopo aver visto un cos’è un conto deposito, non resta che cercare di capire la sua eventuale convenienza, anche alla luce della situazione economica attuale.
Un’analisi in tal senso non può che partire da dati concreti, in particolare quelli relativi ai tassi di interesse che distinguono gli attuali conti deposito. Se infatti negli anni passati il dato in questione era abbastanza interessante, oggi si attesta intorno al 2,5% lordo. Un livello che molti analisti ritengono ormai troppo basso per remunerare in maniera adeguata l’investimento operato dal risparmiatore.
Va però considerato che a ricorrere a questo strumento sono i risparmiatori caratterizzati da scarsa o nulla propensione al rischio, ai quali probabilmente basta sapere che i propri soldi riposano al sicuro e che per questa sicurezza sono disposti a rinunciare a possibilità di guadagno più consistenti.
In effetti i rischi con il conto deposito sono praticamente inesistenti, in quanto le cifre sino a 100mila euro sono tutelate dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Ciò vuol dire che in caso di default dell’istituto bancario in cui sono stati versati i soldi, verranno perse solo le somme eccedenti i 100mila euro, almeno nel caso che il conto deposito sia stato acceso presso una banca italiana.