Scopriamo gli strumenti di misura: amperometro e non solo

Tra gli strumenti di misura che vengono utilizzati in ambito fisico e ingegneristico (oltre che, ovviamente, in molti altri settori), c’è l’amperometro a bobina mobile, realizzato con una bobina piatta di forma rettangolare con delle spire che sono avvolte su un telaio di piccole dimensioni in grado di ruotare attorno a un asse verticale. Le espansioni di un magnete permanente formano un campo magnetico costante, all’interno del quale si trova immersa la bobina, mentre un cilindro di ferro dolce modifica le linee del campo stesso. Il piccolo telaio è quasi a contatto con il piccolo cilindro.

A che cosa serve un amperometro?

Un amperometro come quelli che possono essere visti sul sito www.instrumentation.it ha lo scopo di misurare l’intensità di corrente che circola all’interno del ramo di un circuito: affinché ciò sia possibile, tuttavia, bisogna prima di tutto interrompere il ramo che si intende esaminare, per poi richiudere il circuito una volta che lo strumento è stato inserito. A questo punto l’amperometro permette di misurare la corrente da cui è attraversato e, di conseguenza, la corrente del ramo al cui interno è stato introdotto. In teoria un amperometro ideale dovrebbe essere contraddistinto da una resistenza equivalente nulla, in modo tale che la corrente che lo attraversa possa essere misurata senza che si verifichino cadute di potenziale. Negli amperometri reali, però, la resistenza non è mai nulla: essa fa sì che vi siano degli errori di inserzione.

Attraverso un amperometro è possibile dare vita a un voltmetro, che consente di misurare le differenze di potenziale. Nel momento in cui ai morsetti di un amperometro viene applicata una differenza di potenziale, lo strumento viene attraversato da un’intensità di corrente che corrisponde alla differenza di potenziale divisa per la esistenza. Come si può intuire, in questo genere di voltmetro l’elemento fondamentale è rappresentato dalla resistenza che opera la trasduzione tensione-corrente, mentre il dispositivo di uscita corrisponde all’amperometro posto in serie.

La misurazione delle resistenze elettriche

Per procedere alla misurazione delle resistenze elettriche si può fare affidamento su un ohmmetro, che è munito di una batteria interna attraverso cui si misura la resistenza usufruendo della misurazione dell’intensità di corrente che attraversa una resistenza ad esso collegata con l’aiuto di un amperometro. Il valore massimo misurabile non è definito: l’estremo inferiore del campo di misura corrisponde a un livello di resistenza nullo. Per misurare una resistenza, è necessario connettere i due terminali agli estremi dello strumento, avendo cura di ridurre l’effetto di possibili strati di ossidi isolanti con una lieve pressione esercitata attraverso i puntali.

Nel caso in cui si abbia a che fare con resistenze molto piccole o molto grandi, la loro misurazione può essere effettuata con il ponte di Weathstone; si tratta di una misura della resistenza indiretta, in virtù della quale si esegue un confronto tra resistenze note e la resistenza che si desidera indagare. In uno dei rami del ponte si pone la resistenza incognita, mentre resistenze di precisione note vengono poste negli altri tre rami.