Lavoro giovanile: opportunità e difficoltà

La disoccupazione giovanile è uno dei problemi maggiori che ci sono nel nostro Paese: più del 30% di giovani non trovano lavoro e questo è un dato che ci colloca in fondo a tutte le classifiche sul lavoro in Europa. Eppure sempre più spesso accade di sentire imprenditori che si lamentano perché non trovano personale adeguato per le loro attività e parlano di progetti di assunzione che non sono in grado di portare a termine per mancanza di candidati. Se si parla con aziende meccaniche del Nord, ma anche con aziende come Accueil, azienda di call center di Reggio Calabria, si scopre che si spendono risorse per la selezione del personale, risorse che vanno spesso sprecate. Se poi vediamo che tanti giovani italiani, spesso di talento e con curriculum interessanti, vanno all’estero per ricoprire incarichi di responsabilità, il problema si complica ulteriormente.

I problemi sono dunque molti. Il primo è che l’offerta di lavoro (le imprese che cercano personale) e la domanda (i giovani disoccupati) non si incontrano perché esprimono esigenze diverse. Le imprese cercano spesso personale con bassa scolarità e bassa specializzazione: la maggioranza dell’offerta è orientata alla ristorazione, ai servizi alla persona, alle consegne, e invece i giovani hanno competenze e aspettative non compatibili con queste attività. Si pensi solo al numero di laureati in materie umanistiche, che in Italia sono il doppio che in Germania, e che certo non cercano lavoro – volentieri – nel campo della ristorazione, che non significa solo grandi chef ben pagati, ma personale di sala di bassa specializzazione. C’è poi il lavoro commerciale, che è sempre una grande opportunità, poco amata però dai giovani, che lo ritengono poco garantito e motivante. C’è poi un problema di specializzazione e di formazione: le richieste maggiori nelle fabbriche del nord sono di personale tecnico specializzato, ma con livelli di istruzione medi: periti più che ingegneri, ed è proprio su questo che ci sono le maggiori difficoltà di formazione.  Infine, ma è l’ultimo problema, c’è un problema di informazione: domanda e offerta non si incontrano perché non si conoscono. È il tema su cui il recente provvedimento del reddito di cittadinanza maggiormente si ferma, ma, probabilmente non è il problema/chiave, come abbiamo visto.