Bonifica Amianto: Le procedure previste dalla Legge

Ormai non ci sono dubbi sulla pericolosità dell’amianto e gli effetti nocivi sulla salute umana e sull’ambiente, ma spesso quando si decide di provvedere alla bonifica, non è molto nota la procedura legale che bisogna intraprendere. Infatti, poco conosciuti sono i costi, le aziende a cui rivolgersi e le implicazioni legali a cui si va incontro nel momento in cui si sospetta la presenza di amianto. In poche parole, cosa bisogna fare? Come ci si deve muovere? E in quei casi in cui l’amianto avesse provocato danni alla salute, si può ottenere un risarcimento? Esiste una legge sull’amianto e la pensione? Niente panico! Vediamo da dove iniziare e cosa dice la Legge in merito.

Da quanto tempo l’amianto è illegale in Italia?

Le prime cause e proteste contro l’amianto in Italia risalgono agli anni ’80, quando per la prima volta gli studi scientifici ne dimostrano la diretta relazione con l’insorgenza di tumori a distanza di anni. La Legge n. 257 del 1992 in Italia ne vieta per la prima volta l’estrazione, la lavorazione e la vendita, occupandosi anche dei lavoratori rimasti danneggiati: garantisce loro dei benefici pensionistici del 50% nei periodi lavorativi in cui si è stati esposti al minerale.

La normativa sull’amianto, inoltre, stabilisce i valori limite negli ambienti di lavoro e ne obbliga la bonifica, sia nel pubblico che nel privato, laddove sia riscontrata la presenza di amianto. La vera messa in atto della legge, però, avviene con l’emanazione di decreti negli anni successivi.

Come avviene la rimozione dell’amianto secondo la legge?

Innanzi tutto, quando si rimuove l’amianto, è necessario affidarsi a degli esperti, che con tecniche particolari e tute speciali, potranno eseguire tutte le procedure in totale sicurezza e secondo le normative. Il Decreto del 1994 stabilisce i metodi da utilizzare nella bonifica, specialmente nei casi in cui non sia possibile rimuovere l’intero materiale; infatti, l’amianto molto spesso veniva mescolato al cemento, nella realizzazione di mattoni o all’interno di pavimenti e controsoffitti.

Il principale intervento di messa in sicurezza consiste nell’uso di particolari vernici a più strati, che creano una schermatura tra le superfici contaminate e l’ambiente esterno, tale procedimento è chiamato incapsulamento.

Possono essere usati anche altri materiali per la sigillatura, come muri interi e pannelli. Secondo il decreto c’è una precisa valutazione dello stato di degrado in cui può versare il materiale, a seconda della qualità viene deciso il livello di rischio, più alto se i materiali sono danneggiati, poiché la pericolosità dell’amianto consiste proprio nelle sue polveri, le quali possono essere inalate, qualora siano soggetti allo sgretolamento.

Meno rischioso il caso di materiali integri, che comunque vanno messi in sicurezza per prevenirne l’eventuale deterioramento. Se i materiali non sono danneggiati è possibile eseguire un controllo periodico e una continua manutenzione. In casi di forte stato di degradamento e di estensione ampia dell’area contaminata, è obbligatoria la bonifica.

Chi può rimuovere l’amianto?

Come smaltire l’amianto da soli? Si può fare o è illegale? Secondo la legge bisogna essere iscritti all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, per poter eseguire interventi di bonifica e rimozione di qualunque tipo.

In Lombardia, un’azienda qualificata è la MBA Ambiente Milano. Il team effettua tutte le operazioni dall’analisi per verificare la presenza di amianto alla rimozione e bonifica vera e propria.

Il fai da te non è assolutamente contemplato in nessun caso, ci si espone a un grande pericolo per la salute.

Quando è obbligatorio rimuovere l’amianto?

In Italia non c’è un vero e proprio obbligo di denunciare la presenza di eternit nelle abitazioni private, mentre per quanto riguarda gli edifici pubblici, le Regioni sono incaricate di provvedere a un censimento e avviare le procedure di bonifica, manutenzione e messa in sicurezza dei siti.

Qualora si venga a conoscenza di un edificio privato contaminato è buona regola fare una segnalazione alla Asl o ai Carabinieri. Se, ad esempio, il vicino di casa possiede costruzioni in amianto e non è intenzionato a procedere secondo la legge, è possibile segnalarlo alle autorità competenti in forma del tutto anonima.

Ci sono incentivi per lo smaltimento dell’amianto?

Le procedure per smaltire l’amianto sono molto costose, si sa. Come richiedere un bonus per l’amianto? Ci sono vari bandi che consentono di ottenere incentivi in caso di eventi di ristrutturazione in cui è coinvolto l’eternit. Primo tra tutti l’Ecobonus 2021, valido fino al 31 dicembre 2023, che garantisce la detrazione del 110% per gli interventi svolti nell’anno, 2023. Per quanto riguarda i prossimi anni, la detrazione sarà abbassata al 70% per il 2024 e al 65% per il 2025.

L’Ecobonus coinvolge tutti quei lavori volti a migliorare la classe energetica e l’efficienza, il più possibile con energia pulita. Si può approfittare della ristrutturazione volta a rendere la casa più green, per effettuare anche interventi di bonifica dell’amianto gratis. Invece, per le imprese iscritte alla Camera di Commercio, eccetto le aziende agricole, è stato pubblicato il Bando ISI Inail 2022, con contributi differenziati a seconda del settore.

La legge sull’amianto aggiornata nel 2021

Per le persone vittime dell’amianto ci sono buone notizie: verranno predisposti dei fondi in più e una procedura più rapida per l’ottenimento di benefici. La legge, approvata a Gennaio 2021, stabilisce che sia emessa una somma di 10.000 euro una tantum per chi abbia contratto una patologia grave legata all’esposizione all’eternit.