Combattere i propri attacchi di panico
Gli attacchi di panico o disturbo da panico fanno parte della categoria dei disturbi d’ ansia (insieme al disturbo d’ ansia generalizzato, fobia sociale, fobie specifici, disturbo ossessivo – compulsivo, disturbo post – traumatico da stress) e sono caratterizzati da una sintomatologia molto complessa, spesso confondibile con i sintomi dell’ infarto. I sintomi hanno esordio in tarda adolescenziale o prima età adulta. I sintomi sono tremori, sudorazione profusa, sensazione di soffocamento, nausea, respirazione lenta, oppressione o fastidio al petto, palpitazioni, paura di morire. Sintomi che possono essere confusi con un infarto. Le cause non sono note, però è attendibile il fatto che siano implicati fattori psicologici e fisiologici. Dal punto di vista fisiologico si fa riferimento particolare ai processi elettrochimici dei neurotrasmettitori, ma essendo tantissime e complesse le interazioni tra loro è molto difficile dare un’ attendibilità alla cosa; dal punto di vista psicologico invece si ipotizza che lo sviluppo degli attacchi dipenda da fattori stressanti derivanti dall’ ambiente, come per esempio la fine di una relazione importante o l’ aver vissuto un’ esperienza molto traumatica.
Le terapie adoperate sono di tipo comportamentale, farmacologiche (più usate) e di sostegno psicologico (psicoterapia).
Il trattamento farmacologico è caratterizzato dalla somministrazione di antidepressivi o benzodiazepine. Ma anche la psicoterapia ad approccio cognitivo – comportamentale o ad approccio psicodinamico.
SVILUPPO E ANDAMENTO DEGLI ATTACCHI DI PANICO
L’ attacco di panico è caratterizzato principalmente da due stati: la paura e l’ ansia che ne potrebbe conseguire. Due stati normali e che fanno parte della vita di ogni individuo, soprattutto d’ avanti a un pericolo o stimolo nocivo. La paura aiuta a superare un dato pericolo, l’ ansia (inteso anche come un meccanismo di difesa) è la risposta del nostro organismo di fronte ad un pericolo, attivando il corpo per farvi fronte. Tali reazioni, adattive, hanno il compito di far reagire l’ individuo in modo veloce ed efficiente con successo.
Le persone ansiose invece tendono a male interpretare i segnali del corpo di fronte ad una situazione di pericolo in quanto sono dotate di un sistema di allarme molto sensibile e che di fronte ad ogni tipo di stimolazione (anche minima o poco rilevante) portano ad attivare più del dovuto il proprio corpo. Non attribuendo un significato alla situazione in modo coerente alla realtà, avvertono un’ eccessiva preoccupazione, spingendo la persona ad un’ eccessiva ipervigilanza e alla formulazione di pensieri distorti che tendono ad allontanare ciò che potrebbe creare invece una maggiore rassicurazione.
COME COMBATTERE E INTERVENIRE SUGLI ATTACCHI DI PANICO
In riferimento al sito dello Psicologo Modena Federica Rossi, il disturbo di panico può essere trattato in modo molto efficace dall’ approccio cognitivo comportamentale (come adopera la stessa Dottoressa Rossi), in quanto tale approccio aiuta aiuta la persona ad acquisire una maggiore consapevolezza e a gestire a poco a poco i pensieri maggiormente disfunzionali (cioè quelli che entrano in contrasto con la del singolo) con lo scopo di ridurre la vulnerabilità emotiva. A quanto risulta da studi e da articoli redatti da professionisti che adoperano tale approccio, sembra essere quello migliore e più efficace per gli attacchi di panico.