Crisi dell’artigianato in Italia

Nel 2020 l’Italia, come tutte le altre nazioni nel mondo, è stata colpita dalla pandemia di covid 19, che ha messo in crisi tutti i settori dell’economia, ma per quello dell’artigianato la crisi esisteva anche in precedenza e già nel 2019 sembrava che non esistessero vie d’uscita con oltre 6mila artigiani che avevano “chiuso bottega”, con la Cgia che evidenzia come nel corso degli ultimi 40 anni l’Italia fosse stata oggetto di una spaventosa svalutazione culturale. Inoltre nei casi in cui il lavoro esiste, manca la manodopera per eseguirlo.

La situazione nell’agosto del 2019

La Cgia nell’analisi relativa al secondo trimestre dell’anno ha rilevato una leggera ripresa, ma nello stesso tempo la persistenza di un problema relativo allo stato di salute del comparto dell’artigianato, che ha visto molte chiusure con il numero delle imprese artigiane che è sceso a circa 1 milione e 300mila. I numeri del primo semestre 2019 infatti, hanno visto un saldo negativo per tutte le regioni italiane, fatta eccezione per il Trentino Alto Adige. Tra i dati che destano maggiore preoccupazione ci sono quelli relativi all’Emilia Romagna, che ha visto un calo di 761 imprese artigiane, e della Sicilia, con un – 700. Anche il Veneto ha fatto registrare un calo importante con 629 imprese artigiane in meno. Una moria che è iniziata nel 2009 e che nel corso degli ultimi 10 anni ha portato ad una diminuzione di circa 165 mila imprese. Le cause, come evidenzia l’analisi effettuata dalla Cgia, sono da ricercarsi nella crisi e nel conseguente calo dei consumi, ma anche nell’incremento degli affitti, nelle maggiori tasse e nelle difficoltà per acquisire del credito da parte delle banche. Secondo la Cgia, per dare fiato alle imprese artigiane è necessario alleggerire la burocrazia che le opprime e nello stesso tempo diminuire le imposte attuali. La stessa definizione del mondo dell’artigianato, che viene descritto come Un “mondo residuale”, ne favorisce il declino mentre sarebbero necessari al contrario dei robusti investimenti sia per quanto riguarda l’orientamento nelle scuole che per il rilancio dell’alternanza “scuola – lavoro”. Le scuole professionali invece sono percepite dagli italiani come “di serie B” e molte famiglie le scelgono come parcheggio per i figli che non hanno molta attitudine allo studio oppure vengono da insuccessi in altri tipi di scuole come i licei e quelle tecniche, tentando comunque di arrivare a conseguire un diploma.

Artigianato, manca il personale

Nonostante la crisi che assilla l’artigianato e i problemi generali del Paese l’artigianato è di fronte anche alla carenza di personale. Infatti gli imprenditori del settore stanno segnalando la loro difficoltà a trovare del personale. Nelle regioni del nord è quasi impossibile reperire persone disposte a lavorare come autisti oppure come tornitori, verniciatori, fresatori, battilamiera ed anche conduttori di macchine a controllo numerico. Un altro settore nel quale persiste la difficoltà a trovare lavoratori è quello dell’edilizia, nel quale mancano figure come i lattonieri e i carpentieri.

La classifica delle chiusure delle imprese artigiane per regioni

I dati della Cgia dal 2009 fino al 2018 certificano che ai primi posti nella classifica delle chiusure riguardanti le imprese artigiane si trovano la Sardegna e l’Abruzzo. Nell’isola la diminuzione è stata di 7.664 unità, pari al 18%, mentre in Abruzzo il calo, nello stesso periodo di tempo, è stato del 17,2%. Dopo queste due regioni si trova l’Umbria, con un calo pari al 15,3%, la Basilicata con un – 15,1, stessa percentuale della Sicilia, che in assoluto ha perso 12.747 attività artigianali. Se guardiamo invece i dati dell’ultimo anno a avere perso più imprese artigiane è stata la Basilicata, che ha fatto registrare una diminuzione dell’1,9%. L’analisi dei vari settori evidenzia come la maggiore perdita di imprese artigiane nel periodo dal 2009 al 2018 si è registrata nel settore dell’autotrasporto, con un ragguardevole calo del 22,2%. Subito dopo le attività manifatturiere con un calo del 16,3 % e l’edilizia con il 16,2% ed un numero di imprese artigiane di 94.330 unità.