Illuminazione degli esercizi commerciali e le conseguenze nella vendita

L’importanza strategica delle luci negli ambienti destinati al commercio è oramai confermati da anni di studi in materia di Visual Merchandising, e vengono oramai considerati un vero e proprio strumento di vendita atto a migliorarne le performance. Con questo presupposto si evince come quello dell’illuminazione degli esercizi commerciali sia un aspetto da non sottovalutare assolutamente, e che vada invece preso in considerazione fin dalla fase di progettazione dell’esercizio stesso. Quali sono le conseguenze nella vendita?

Perchè l’illuminazione è importante?

Due sono i punti cardine per cui una corretta illuminazione risulta fondamentale in un esercizio commerciale. Il primo consiste nell’attirare l’attenzione di coloro che transitano davanti al negozio o alla vetrina, donando all’esercizio stesso un colpo d’occhio che lo fa risultare invitante alla potenziale clientela.

Anche i prodotti di digital signage possono rientrare in quest’ottica in quanto non rappresentano solo un veicolo per una comunicazione pubblicitaria, ma un modo di aggiungere luce e colore agli esercizi commerciali.

Il secondo motivo invece è che la luce ha il compito di valorizzare correttamente l’oggetto in vendita, esaltandone gli aspetti positivi, per far si che l’oggetto stesso risulti più appetibile.

L’intensità luminosa

Con questi presupposti, rimane da capire come strutturare una corretta illuminazione, secondo i parametri dell’intensità luminosa e della tonalità di colore della luce stessa.
Ci sono infatti delle regole non scritte per quanto riguarda ad esempio l’intensità luminosa. Una luce troppo debole perderebbe di efficacia secondo i principi descritti precedentemente mentre, una luce troppo forte potrebbe risultare fastidiosa per gli occhi dei clienti, ottenendo l’effetto contrario a quello desiderato.

Entrando nel dettaglio, una corretta illuminazione non dovrebbe essere inferiore ai 250 lux per le aree battute dal cliente, e mai superiore ai 500 lux per le aree espositive, come ad esempio le vetrine ma all’interno degli esercizi commerciali. All’esterno ovviamente, essendo presente una quantità maggiore di luce naturale, per risaltare e catturare l’attenzione, l’intervallo luminoso sale a 1000/1500 lux. Inutile dire come uno studio sul corretto posizionamento dei punti luminosi sia assolutamente fondamentale per evitare sprechi energetici.

La temperatura del colore

Per quanto riguarda invece la tonalità di colore dell’illuminazione, questa deve essere scelta in base al settore merceologico dell’attività commerciale. Luci calde, comprese fra 2700 k e 3000 k sono ad esempio consigliate per negozi dall’aspetto più rustico, mentre luci fredde, a 6000 k sono più indicate per esercizi commerciali dall’arredamento e dal design più moderno e minimalista. La scelta della corretta temperatura colore è un’operazione tanto importante quanto delicata, perché influenzerà notevolmente la resa finale dell’operazione, aumentando o diminuendo in caso di errore, le performance di vendita stesse.