Introduzione all’analisi fondamentale nel Forex

La compravendita di valute nel mercato valutario si basa su precisi indicatori ed è influenzata dalle continue ed improvvise oscillazioni dei tassi di cambio.

I sistemi per prevedere queste fluttuazioni, eliminando la componente di rischio e massimizzando i profitti, sono due: l’analisi tecnica e l’analisi fondamentale. Mentre l’analisi tecnica si basa su dati storici delle quotazioni applicati al futuro, contando sul principio che la storia si ripete, l’analisi fondamentale sfrutta informazioni esterne al mercato ma ad esso strettamente collegate.

L’analisi fondamentale tiene in considerazione dati ed informazioni relative non al mercato finanziario ma ai Paesi in cui vengono utilizzane le valute tradabili nel Forex.

Il trader che si basa su questa metodologia, monitora, studia, controlla, elabora dati collegati ad ambiti differenti: politica, economia, ambiente, amministrazione, politiche governative, struttura sociale, lavoro, occupazione, salute, geografia, e molto altro.

Prendendo come oggetto di analisi una data valuta, l’analista fondamentale cerca di prevedere i movimenti di mercato conoscendo informazioni e notizie aggiornate sulla Nazione che adotta quella valuta.

La quotazione di una moneta passa inevitabilmente per la “salute” dello Stato che la utilizza: guerre, colpi di stato, carestie, calamità naturali, mancanza di democrazia, disoccupazione, tassi d’inflazione, tutto questo contribuisce a determinare se una valuta è forte oppure no.

Spesso i trader impegnati in attività di compravendita nel mercato Forex non scelgono un metodo piuttosto che un altro ma li combinano cercando di trarre il meglio sia dai dati fondamentali. Con questo approccio misto, si cercano segnali operativi nei grafici ma si tengono in considerazione anche gli aspetti fondamentali che vedremo adesso.

Cosa muove il mercato Forex

Dato che il mercato Forex è sostanzialmente dollaro-centrico, tutto ciò che riguarda l’economia degli Stati Uniti si ripercuote sull’intero mercato. Allo stesso modo, l’importanza del fenomeno economico, nella misura percepita dagli attori partecipanti, ha un impatto diverso sulle fluttuazioni.

Il dato più atteso dagli analisti sono i cosiddetti Non-Farm Payrolls, ossia la variazione del numero delle buste paghe con l’esclusione del settore agricolo. In sostanza si tratta di un market mover che misura la disoccupazione degli Stati Uniti ed è facilmente immaginabile l’entità dell’impatto che un simile parametro ha sull’intera economia mondiale.

Per quanto riguarda l’EURO, il paese trainante è la Germania e il market mover più importante è l’indice Zew, un’indagine condotta da oltre 300 istituiti diversi che misura la fiducia nelle imprese, dividendo il sondaggio tra ottimisti e pessimisti. Se l’ago della bilancia pende verso il primo gruppo, il risultato si traduce in un rialzo dell’euro, in caso contrario si assisterà ad un deprezzamento della moneta unica.

Un fattore comune in tutte le economie è invece il tasso d’interesse della Banca Centrale. Ovviamente le più rilevanti sono la FED e la BCE, ma anche la Bank of England e la Bank of Japan sono molto rispettate dal mercato. Quando una banca decide di alzare il tasso d’interesse, spostare capitali verso la relativa valuta diventa più remunerativo per gli investitori, perciò i trader determinano un aumento delle vendite e di conseguenza un aumento delle quotazioni.