Come vengono realizzate le mascherine chirurgiche
Viste le problematiche dei tempi che stiamo vivendo, ci siamo ormai rassegnati al fatto che le mascherine chirurgiche sono entrate a far parte dei nostri effetti personali in pianta stabile, dobbiamo farne uso ogni giorno: senza mascherina non possiamo neanche uscire di casa, in alcuni frangenti la dobbiamo indossare anche tra le mura domestiche, ad esempio quando viene qualcuno in visita o quando ci consegnano la spesa.
Oggi tra le tante cose che possiamo trovare nella borsa di una donna c’è anche la mascherina, così come nelle tasche degli uomini.
Non averne una di ricambio quando andiamo al lavoro o usciamo di casa per fare shopping, sarebbe un’imprudenza poiché la mascherina potrebbe rompersi, o sporcarsi, dobbiamo sicuramente essere previdenti ed averne sempre una di ricambio con noi.
Convivere con le mascherine chirurgiche ed essere sereni
Un oggetto che ormai ci è familiare, è diventato il compagno delle nostre uscite, delle passeggiate, dei nostri acquisti, del nostro passare veloce dal bar per un caffè, tant’è che si sente sempre più spesso nominare di una azienda che personalizza le mascherine chirurgiche dal momento che molte persone le abbinano anche al proprio outfit.
Anche se sembra che facciamo tutti le stesse cose di sempre, in realtà il Covid ha cambiato profondamente le nostre abitudini, stravolgendo il nostro modo di valutare le cose esterne, cambiando profondamente anche le nostre certezze: non viviamo completamente nella paura, ma non siamo nemmeno completamente tranquilli.
Fortunatamente a tutto ci si abitua.
Mascherine: tutto quello che c’è da sapere
Delle mascherine però non sappiamo poi molto, benché siano un elemento indispensabile, presente nella nostra vita, le mascherine chirurgiche sono fatte di cotone o tessuti sintetici, ovvero: nylon, polipropilene, poliestere, generalmente vengono acquistate solo in farmacia, ma di recente ne sono stati forniti anche i centri commerciali, gli shop on-line, i negozi di abbigliamento, addirittura anche nelle tabaccherie o in altri esercizi pubblici e commerciali; che spesso non hanno niente a che vedere con il comparto medico.
Le mascherine chirurgiche, inoltre, sono dispositivi medici suddivisi in tre fasce ben precise, ovvero:
- mascherine di tipo 1,
- mascherine di tipo 2,
- mascherine di tipo 2R.
La fabbricazione, la realizzazione e la vendita di queste mascherine chirurgiche sono regolate, controllate da normative specifiche.
In commercio possiamo acquistare mascherine di vario tipo: in tessuto lavabile, quelle monouso da gettare via dopo un determinato numero di ore.
Le mascherine lavabili al loro interno hanno quasi sempre una tasca, dov’è posto il filtro monouso, che è bene sostituire dopo ogni utilizzo, poi esistono anche le mascherine utili a filtrare la polvere: una protezione di tipo individuale per le vie respiratorie, per la protezione della salute e la sicurezza durante attività lavorative particolari.
Per quello che riguarda le mascherine chirurgiche filtranti, anche qui dobbiamo fare una distinzione in varie categorie, ovvero ffp1, ffp2 e ffp3, queste sigle sono l’identificativo della capacità di filtrare e il grado di efficienza della respirazione.
Uno sguardo al passato
Mentre ad oggi vi è ampia scelta di materiali, all’inizio della loro produzione, risalente ai primi del ‘900, le mascherine erano fatte con semplici garze di cotone sovrapposte; ottime per filtrare e proteggere da eventuali agenti patogeni ma che comunque precludevano la possibilità di respirare bene dal momento che la stoffa, cioè il tessuto assembrato in quel modo, era troppo pesante.
Dopo questo primo tipo di mascherina, furono introdotte le mascherine monouso realizzate in sottile fibra di vetro, purtroppo risultarono irritanti per la pelle e furono presto sostituite e fabbricate con materiali completamente differenti, come la cellulosa, il nylon, il poliestere e il propilene, che è il materiale preferenziale anche oggi.
Grazie alle sue splendide qualità idrorepellenti e per la sua struttura porosa, il propilene permette di proteggersi, ma di respirare comunque senza fatica.
Le tecniche di produzione sono di tipo differente, ma quella più utilizzata è quella chiamata spun bond, per mascherine a forma di conchiglia, formate da uno strato esterno realizzato con una raccolta di filamenti depositati in modo continuo e casuale fino a formare un tessuto.