Che cos’è l’asfissia radicale e quali sono i rimedi da adottare

Un eccesso di acqua nel suolo vicino alle radici di una pianta dà origine al fenomeno di asfissia radicale, una situazione che si verifica in modo particolare nei terreni che sono costituiti soprattutto da argilla e che si caratterizzano per una natura molto compatta. La principale conseguenza di tale condizione è rappresentata dal fatto che le radici non possono beneficiare di una corretta areazione: esse, di conseguenza, finiscono per marcire con il trascorrere del tempo, e ciò provoca il deperimento di tutta la pianta.

Gli effetti dell’asfissia radicale

Nota anche con il nome di ristagno idrico, l’asfissia radicale rende il terreno impraticabile, ma causa anche molte altre gravi conseguenze dal punto di vista agronomico, soprattutto se il ristagno di acqua è prolungato. Per esempio, amplifica le perdite di azoto e degli altri elementi nutritivi, ma aumenta anche la vulnerabilità delle piante nei confronti delle aggressioni da parte dei parassiti. Si parla di asfissia radicale perché le radici non possono ricevere la quantità di ossigeno di cui avrebbero bisogno, e così vanno a marcire. Tale fenomeno è anche alla base della disgregazione degli aggregati strutturali e della dispersione dei collodi. Infine, i ristagni hanno un effetto depressivo per i processi ossidativi dello zolfo e dell’azoto, che sono elementi nutritivi preziosi per le piante.

Perché si verifica l’asfissia radicale

La colpa dell’asfissia radicale va individuata nell’acqua delle irrigazioni o che deriva dalle precipitazioni atmosferiche. Nel momento in cui essa si blocca in corrispondenza della parte superficiale del suolo, gli spazi vuoti del terreno vengono occupati quasi totalmente, e di conseguenza vengono privati dell’aria. Si parla di ristagno superficiale nel momento in cui l’intensità della pioggia è più elevata rispetto alla velocità di penetrazione dell’acqua nel terreno, con quest’ultimo che ha una pendenza lieve tale da non consentire lo smaltimento dell’eccesso di acqua.

Come rimediare

Per risolvere il problema occorre, prima di tutto, rimuovere le cause che determinano il ristagno di acqua nel suolo, per poi ricorrere a soluzioni che rendano più rapido lo sgrondo dell’acqua di troppo. Ecco, quindi, che ci si deve preoccupare di effettuare una sistemazione superficiale del suolo in piano: un obiettivo che si può raggiungere con l’uso di baulature o di scoline che, nei terreni argillosi (come detto, i più interessati dal ristagno idrico), agevolano il deflusso di acqua in superficie. Un altro accorgimento che si può adottare è quello che permette di agevolare il drenaggio al di sotto della superficie: a questo scopo è necessario creare dei condotti per una rete sotterranea che favorisca il deflusso veloce di acqua.

L’olivo e l’asfissia radicale

L’olivo è una delle piante che più patiscono l’asfissia radicale (tra le altre ci sono le piante di agrumi, gli albicocchi, i peschi e la vite). Durante l’anno la pianta di olivo è esposta a vari stress, come i ristagni idrici che possono essere dovuti a un innalzamento delle falde freatiche del suolo. L’acqua finisce per riempire gli spazi in cui prima c’era l’aria. Nel momento in cui l’ambiente viene modificato a causa della mancanza di ossigeno, viene alterato il rapporto tra i batteri anaerobici e quelli aerobici: i primi crescono a dismisura, il che si traduce da un lato in un inizio di denitrificazione e dall’altro lato nel calo dei livelli di zolfo e di ferro.

La fine dell’attività radicale

Nell’olivo, l’asfissia radicale porta a conclusione lo sviluppo radicale; non è raro che avvenga la morte dei tessuti attivi. La chioma mette in mostra tali cambiamenti, mentre le foglie cominciano a cadere e i fiori muoiono.