Confronto tra training autogeno e ipnosi

Molte persone si chiedono quale sia la differenza tra ipnosi e training autogeno. Senza pretendere di essere esaustivi, in questo articolo si fornirà un breve confronto tra le due tecniche. (visitare il sito autogeno.net per saperne di più sul training autogeno)

Confronto tra ipnosi e training autogeno – Similitudini

Le due tecniche apparentemente sono molto simili in quanto entrambe usano il rilassamento, hanno anche obiettivi simili come ad esempio aiutarci superare una situazione difficile che ci fa stare male (stress, depressione, insonnia etc.).

Questi metodi agiscono abbassando l’attività cerebrale la quale varia nel tipo di onda. Più velocemente vibra il cervello, più alti saranno i livelli dello stato di coscienza e di allerta fisica. Minore sarà il numero di pulsazioni al secondo del nostro cervello e più attivo sarà il nostro subconscio. In verità, la maggior parte delle nostre azioni quotidiane (come respirare) le svolge esso.

Confronto tra Ipnosi e training autogeno – Differenze

Per poter mettere in pratica l’ipnosi bisogna essere seguiti da un professionista (persona altamente qualificata, non un sedicente “mago”!) che conduce il soggetto a uno stato molto simile al sonno (stato di trance) con l’obiettivo di produrre il cambiamento. La persona ipnotizzata risponde apparentemente senza una propria volontà e in maniera automatica agli stimoli, alterando la propria percezione che si limita a registrare solo ciò che le viene indicato.

È un procedimento che aiuta a calmare e anestetizzare un paziente o lo induce a cambiare condotta o a ritrovare dei ricordi repressi. Negli ultimi anni è stato usato per evitare l’anestesia a bambini in interventi odontoiatrici o piccoli interventi di chirurgia.

Il training autogeno è stato sviluppato da Schultz nel 1912. Egli stesso lo ha definito “figlio legittimo dell’ipnosi”. La parola training significa, in inglese, allenamento, mentre autogeno, dal greco significa letteralmente “che si genera da sé”.

È quindi uno stato autoindotto durante il quale il soggetto resta sempre vigile. Richiede la presenza di un “trainer” soltanto all’inizio, ai fini di apprendere completamente gli esercizi da svolgere. Si basa su un rilassamento muscolare completo e controlla respiro, cuore, vasi sanguigni, pesantezza e calore del nostro corpo.